NON DIRO' NIENTE (per 0 spettatori)


da NON DIRO' NIENTE

LEI - Il problema è il modo di concepire il mondo! Ho bisogno del silenzio, del buio! 
LUI - Toh, guarda… ci sono un po' di spettatori! 
LEI - Che ci fate qui? Non sapete che non è la presenza, ma l'assenza che rassicura l'uomo? Noi non possiamo tormentarci, affaticarci, e preoccuparci di voi! Ma non potevate lasciarci perdere e andarvene per i fatti vostri? No, non era qui che dovevate venire… oppure sono io che sono venuta qui e, chissà come,  mi sono presa completamente per un'altra… 
LUI - … per non parlare di quello che potrebbe rivelare un'analisi più approfondita. 
LEI - Quanto a voi, dal momento che siete qui, silenzio assoluto… intesi? Nessuno conosce l'esistenza di questo lavoro… e non vi sia lecito applaudirci! 
LUI - Guarda che facce! Non credi che dovremmo cercare di essere più chiari? Forse questi vorranno capire meglio di cosa si tratta… 
LEI - Di cosa si tratta…? Di un'opera da non credere se qualcuno glie la racconta. 
LUI - (al pubblico) E' un'eccezione culturale per tutti… e il segreto è la chiave della promozione, per questo è necessario che nessuno sappia niente! (a LEI) A questo punto vorranno sapere cosa racconta questa storia...
LEI - Un evento culturale ridotto al plot di un prodotto di cultura? Se non volevamo che lo vedessero, non ci metteremo certo a raccontarglielo! 
(Continua…)

©Francesca Franceschini



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Esiste ancora uno spazio tattico dove muoversi: lo spazio vuoto tra il potere del non visto e la forza di quello che sta aspettando il momento giusto per ricomparire. Cosa significa lavorare su questo "spazio intermedio"? Porsi nell'interfaccia tra pensiero e sensazione. Muoversi in quelle zone di confine dove è possibile pensare congiuntamente parole e forme, strutture ed eventi.